Case History

Di seguito sono elencati i progetti più importanti a cui ho lavorato negli anni.

  • Gruppo Gft

    Provenivo dal mondo degli studi, dell'arte, della cultura ed era il 1984.
    Perché dunque scegliere me come responsabile della comunicazione e dell'immagine dell'azienda che stava diventando il riferimento mondiale del prêt-à-porter di lusso?
    Sicuramente questa scelta fu guidata da un pensiero eterodosso e anticonformista, quello di Roberto Balma, Sergio Levi e Marco Rivetti.

    Una mentalità, un modo di pensare, uno stile di guidare l'azienda estremamente innovativi e all'avanguardia rispetto ai tempi.

    Credo che nel corso della propria vita una persona possa vivere - e questo è sicuramente anche il mio caso - tante vite diverse, tante esperienze più o meno significative, e che una prevalga, segni più profondamente e contribuisca in modo determinante alla formazione umana e professionale: i dieci anni passati al GFT hanno avuto per me, questo valore.
    Sul piano umano, le persone che ho incontrato, quelle che amo ricordare, erano tutte un po' speciali: Carlo Rivetti e Marina Mira furono i due giovani con i quali condivisi i primi passi. Simpatici, intelligenti, affettuosi.
    Roberto Balma e Sergio Levi, e poi anche Lorenzo Trossarelli sono stati i miei punti di riferimento e coloro che mi hanno insegnato soprattutto cosa non si doveva fare, mi hanno messo in guardia... dai "pericoli e dalle tentazioni" di quella fata ammaliatrice che è la moda. E poi le donne e gli uomini responsabili di prodotto, i commerciali, i colleghi all'estero, tutte persone di grande qualità, grandi professionisti, tutti animati da una grande passione, da una forte identificazione con l'azienda e con il proprio lavoro, da quello che chiamammo lo "Spirito di Gruppo", il nostro gruppo, il Gruppo GFT.
    Lavorare per Marco Rivetti, imprenditore veramente all'avanguardia, forse troppo avanti rispetto ai tempi e alla Torino di quegli anni, uomo internazionale, anticonformista, innovatore, e per Carlo, così appassionato, brillante, desideroso di misurarsi con progetti nuovi e impegnativi, rivelatisi di grande successo anche oggi, è stata un'esperienza unica.

    Ma non si può capire cosa può aver voluto dire occuparsi della sua immagine e della comunicazione senza parlare di cosa era allora il Gruppo GFT.
    Negli anni ottanta ebbe veramente un ruolo guida tra le aziende del settore abbigliamento a livello internazionale.
    Una leadership indiscussa di un un'impresa con un'identità unica: una combinazione di tradizione e innovazione, capacità di grande impresa e flessibilità di piccola impresa, cultura sartoriale e tecnologia avanzata, specializzazione italiana e esperienze internazionali.
    In quegli anni fu un'azienda all'avanguardia anche nelle politiche di Corporate Image.

    A met?degli anni '80, inventò un programma di iniziative che, nate da un rapporto di collaborazione con artisti, architetti, designers, studiosi, si erano sviluppate lungo due filoni: il primo, costituito dal rapporto con la creatività contemporanea, sottolineava l'attenzione del Gruppo GFT per tutte le forme dell'espressività artistica che manifestavano valori specificamente connessi con l'evoluzione del gusto, da cui traevano stimolo anche l'innovazione e la creatività industriale; il secondo filone, rappresentato dall'interesse nei confronti della moda e dell'abbigliamento come espressioni di tendenze sociali, psicologiche, estetiche, comportamentali, traeva origine dal patrimonio professionale e dalla tradizione produttiva interna dell'azienda, poiché si rifaceva ad uno dei più solidi elementi di identità del Gruppo GFT, il rapporto con il prodotto.

    Dall'impegno a supporto del Museo d'arte contemporanea del Castello di Rivoli alla produzione de "Il Corso del Coltello" di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, dalla realizzazione di Casa Aurora progettata da Aldo Rossi alle collaborazioni con Frank O. Gehry, Arata Isozaki, Mario Merz, Gilberto Zorio, Giulio Paolini, Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Haim Steinbach, Germano Celant, Ida Gianelli, Italo Lupi, Pier Luigi Cerri, Luca Ronconi, il Gruppo GFT aveva sviluppato un percorso originale e anticonformista nel campo della comunicazione d'impresa, decisamente antesignano rispetto ai tempi.

    Questa è l'esperienza che voglio ricordare, questa è l'esperienza che ho avuto la fortuna di vivere.

    Documenti

    Gruppo Gft

    Guarda i pdf relativi al progetto:
    Gruppo Gft: arte e cultura come linguaggio corporate

    This was tomorrow
    Filmato realizzato dal Gruppo GFT, con Electa nel 1990. Faceva parte di un cofanetto su "La cultura Pop, da stile a revival".

    "The Sixties in movie Images", a cura di Giannino Malossi, VHS, incluso in "This was tomorrow", Pop from Style to Revival, a cura di Giannino Malossi, contributi di Stefano Casciani, Carlo Romano, Nigel Whitley, grafica di Italo Lupi, Electa, Milano, 1990, edizione fuori commercio prodotta da GFT.
    ISBN-10: 8843532693

  • Città di Torino: La Comunicazione

    A metà degli anni '90, all'interno delle Pubbliche Amministrazioni, ha inizio un processo di modernizzazione che mira a influire sui procedimenti normativi, amministrativi, gestionali. In questo scenario, la pubblica amministrazione a Torino considera la Comunicazione come leva strategica del processo di riorganizzazione: non più episodica e frammentata, ma costante e programmata. Intesa e riconosciuta come una funzione amministrativa al pari delle altre. Nasce così, nel novembre del 1998, il Progetto Speciale Comunicazione della Città di Torino, con lo scopo di stabilire un sistema comunicativo integrato e centralizzato che sappia parlare contemporaneamente ai funzionari dell'Amministrazione, ai cittadini e a un più largo pubblico esterno.

    Il primo passo professionale è quello di elaborare e presentare un piano di comunicazione declinato secondo strategie e obiettivi chiaramente identificati, con relativi pubblici di riferimento, vagliando opportunamente messaggi, contenuti e canali adeguati: strumenti da tempo sperimentati nel marketing aziendale, qui al servizio di contenuti pienamente rispondenti alla mission pubblica dell'Ente.

    Da subito gli ambiti del piano sono stati delineati sulla base di obiettivi e destinatari:
    • il pubblico interno (i dipendenti);
    • gli stakeholder (i cittadini, anche nelle forme organizzate);
    • gli opinion leader e opinion maker nazionali e internazionali.

    Il modello organizzativo messo in funzione a Torino, che integra strategicamente l'attività comunicativa nei processi di governo e di amministrazione della cosa pubblica, ha sostanzialmente anticipato quanto poi sarebbe stato legittimato dal primo provvedimento normativo davvero organico e completo in materia di comunicazione pubblica nel panorama italiano: la legge 150 sulla Disciplina delle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni, approvata all'unanimità il 10 maggio del 2000.

    Per circa dodici anni la Direzione Comunicazione accompagna il processo di trasformazione della città di Torino sul piano economico, urbanistico, sociale e culturale.

    Documenti

    Torino always on the move

    Comunicare alla città, comunicare la città
    Video-testimonianza del 2008 che "racconta" la mia esperienza professionale alla "Direzione Comunicazione, Olimpiadi, Promozione della città" del Comune di Torino.

    XXX Premio Ischia di giornalismo
    Si tratta del momento della premiazione della categoria "Comunicatori" della trasmissione dedicata da Rai Uno al XXX Premio Ischia di giornalismo.

    Torino, la storia della città
    Torino, la storia della città è un filmato realizzato sulla base di una multivisione prodotta per la mostra "Torino dalla a alla zeta" (Antichi Chiostri, 2001).

    Torino non sta mai ferma
    Spot di presentazione del marchio, realizzato dall'Agenzia Armando Testa, Torino non sta mai ferma. Usato poi nella versione inglese Torino always on the move.

    Torino è sempre più bella
    Si tratta del filmato istituzionale di promozione della città di Torino, realizzato nel 2005. È stato utilizzato in tutte le presentazioni e road-show all'estero nella fase pre-Olimpica.

    Torino al futuro
    Il racconto sulla grande trasformazione di Torino. Non solo i Giochi Olimpici 2006, ma, soprattutto, il progetto di trasformazione e di riqualificazione di ampie aree della città.

    Torino work in progress verso il 2011
    La trasformazione di Torino continua e si fa il punto sui progetti realizzati e quelli in divenire, con la guida di Carlo Massarini.

  • Città di Torino: Le Olimpiadi 2006

    La candidatura di Torino alle Olimpiadi Invernali del 2006 si inserisce in una più ampia strategia urbana di riconversione della città. L'organizzazione di un grande evento, come le Olimpiadi, costituisce per la città ospite una straordinaria occasione di modernizzazione. Comporta infatti operazioni di arredo urbano qualificato, il miglioramento delle reti ricettive, il potenziamento di servizi e infrastrutture; il grande evento diventa, in altri termini, un vero e proprio strumento di cui le città si avvalgono per innescare o potenziare queste trasformazioni.

    L'organizzazione dei Giochi, poi, costituisce un elemento di forte rilancio e rinnovamento dell'immagine ?e del suo ruolo - sulla scena mediatica mondiale. In primo luogo, tramite gli effetti indotti: lo sviluppo economico legato ai giochi contribuisce alla creazione di un'immagine dinamica, attiva, intraprendente della località; inoltre, il necessario miglioramento delle infrastrutture e il relativo riassetto urbanistico, mentre facilità nuovi volumi di flusso turistico, agisce sulla percezione della attrattività dei luoghi che ospitano le manifestazioni olimpiche.

    In secondo luogo, i Giochi rappresentano una delle migliori vetrine internazionali. Le Olimpiadi sono diventate, infatti, il principale media events, fra tutti i grandi eventi, per la loro capacità di monopolizzare l'attenzione dei media internazionali per tutta la durata della manifestazione.
    Per queste ragioni, la concorrenza per ospitare tali eventi è rinvigorita negli ultimi anni, connotandosi come il frutto di una precisa strategia di marketing urbano adottata dalle città per posizionarsi all'interno di un'arena commerciale sempre più competitiva.
    In particolare, si stanno avvalendo di questi strumenti quelle città, come Torino, che, trovatesi in un momento di difficile congiuntura per la crisi delle tradizionali attività produttive, devono inventare nuove attività economiche, tentando in particolare la strada della diversificazione.

    Torino, nel pieno del suo cambiamento, evolvendo dalle certezze di un recente passato di città monoindustriale verso un futuro di città nella quale la presenza industriale non viene meno, ma è affiancata da altre attività e vocazioni, individua nelle Olimpiadi Invernali un ruolo fondamentale; non già un traguardo, non una felice parentesi, bensì un punto di svolta significativo per lo sviluppo del territorio e una tappa strategica sotto il profilo del marketing urbano.

    I Giochi sono lo strumento per promuovere la conoscenza della profonda trasformazione del tessuto urbanistico, economico e sociale che Torino sta vivendo in questi anni, e ne sono a loro volta dei forti catalizzatori. I Giochi, opportunamente affiancati da un'attenta attività di Image building in cui l'Amministrazione profonde grande impegno negli ultimi anni, sono lo strumento per liberare la città da quegli stereotipi, radicati nell'immaginario collettivo in Italia e all'estero, che per anni ne hanno condizionato la percezione.

    Documenti

    Olimpiadi di Torino

    Look of the City Olimpico, progetto di Italo Lupi, Mara Servetto, Ico Migliore

    Torino olimpica: come sarà?
    Un itinerario attraverso i progetti della Città in fase di realizzazione e conclusione. Un racconto diretto ai cittadini e ai visitatori per "immaginare" Torino Olimpica.

    Olimpiadi, passion live here
    Filmato-ricordo, realizzato subito dopo i Giochi Olimpici Torino 2006 per la mostra allestita ad Atrium nell'aprile dello stesso anno.

  • Città di Torino: 150 anni di Unità d'Italia

    Un documento del 2008 della Direzione comunicazione sulla preparazione della Città al 2011, così recitava: "Torino, già sede del Cinquantenario e del Centenario dell'Unità d'Italia, si sta preparando a organizzare le celebrazioni di 150 anni.
    Alla luce dei più noti casi di citymarketing (Barcellona, Glasgow, Bilbao, Sydney) e del successo riportato dalle Olimpiadi Torino 2006, si vuole creare per l'anniversario del 2011 un evento di portata nazionale e internazionale, in quanto lo status di grande evento attiva un ampio processo di crescita locale che coinvolge diverse componenti tangibili e intangibili del territorio e favorisce la notorietà e la conoscenza del luogo ospite.
    Organizzazione, innovazione e passione: è questo il mix vincente di una città che guarda al futuro, investendo nella cultura e nell'innovazione, e che oggi si conferma come realtà attrezzata per i grandi eventi non solo per l'offerta di infrastrutture e servizi per il turismo e il business, ma in grado di offrire in più anche una qualità ?della vita fatta di arte, cultura, gastronomia e art de vivre ?che la contraddistinguono.
    La Città di Torino, facendo parte del Comitato Esperienza Italia 150, giocò il suo ruolo e diede il suo apporto ad alcuni progetti. Ne citiamo due per tutti: Il Look of the city e la mostra storica "Fare gli Italiani".


    Look 150

    Vincitori del concorso internazionale Lupi Migliore Servetto "rioccupano" nuovamente Torino, rivestendola di un nuovo colore azzurro "Risorgimento" che sostituisce il rosso cinabro delle Olimpiadi. Di nuovo banner, grandi tabelloni ad ala metallica piegata, il collier luminoso sulla mole, il grande totem con le luci tricolore, la segnaletica nella corte e all'interno delle Officine Grandi Riparazioni.


    Fare gli Italiani

    "Fare gli Italiani" è la mostra dedicata ai 150 anni di storia unitaria nell'ambito delle manifestazioni denominate "Esperienza Italia 150" che il Comitato organizzatore, di cui la Citt" di Torino era membro, ha realizzato da marzo a novembre 2011 con l'intento di ricordare l'unità nazionale.
    La mostra ha come curatori scientifici Walter Barberis e Giovanni De Luna, la direzione artistica di Paolo Rosa e di Studio Azzurro e il sostegno fondamentale di Intesa San Paolo.

    Documenti

    150 anni di Unità d'Italia

    Look 150* Unità d'Italia, progetto di Italo Lupi, Mara Servetto, Ico Migliore

    Fare gli Italiani. Prima della mostra.
    Il filmato è stato realizzato al fine di raccontare la mostra prima del suo allestimento.

    Fare gli Italiani - spot
    Si tratta dello spot realizzato per promuovere la mostra Fare gli Italiani.